LA 4sA A PALAZZO LOMBARDIA PER #ILoveLife CONTRO ALCOL E DROGHE
Venerdì 10 maggio, accompagnata dalla Prof.ssa Bonzini, la 4sA del Geymonat si è recata a Milano, al Palazzo della Regione, per partecipare alla conferenza organizzata da Regione Lombardia, in collaborazione con Fondazione Atena Onlus, #ILoveLife -proteggi il tuo cervello e il tuo cuore dagli effetti di alcol e droga.
All’incontro, moderato dalla giornalista Sky Tg 24, dott.ssa Tonia Cartolano, sono intervenute l’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, dott.ssa Melania De Nichilo Rizzoli, e la Direttrice generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, dott.ssa Delia Campanelli, ed hanno portato il loro contributo il Prof. Giulio Maira, Neurochirurgo Istituto Clinico Humanitas di Milano, e il Prof. Antonio Rebuzzi, Direttore Cardiologia Policlinico Universitario A.Gemelli.
Partendo dalla citazione di Jim Morrison “Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita”, i due esperti hanno esposto ai ragazzi delle scuole superiori che sono intervenuti all’evento gli effetti che droghe, alcol e sostanze stupefacenti hanno sul cervello e sul cuore soprattutto degli adolescenti, per i quali lo sviluppo di tali organi è ancora in atto, e pertanto possono essere provocati i danni più pericolosi.
Per raggiungere tale scopo, i relatori hanno fatto ricorso a citazioni di film, immagini e casi reali, che hanno lasciato il segno negli ascoltatori.
Invitati poi a riflettere sull’esperienza vissuta, i ragazzi della 4sA hanno raccontato così le proprie impressioni riguardo all’evento: durante la conferenza “ci sono state esposte solo le conseguenze dell’utilizzo di certe sostanze senza farci prediche su come vivere la nostra vita”, e “non si è parlato, come nei soliti incontri su questo tema, in maniera generale degli effetti di queste sostanze, ma i due professori ci hanno mostrato immagini di esami clinici che hanno avuto un impatto molto forte”.
Alcuni hanno definito l’incontro “illuminante”, perché è stato un’occasione per “riflettere sulla grandiosità dell’essere umano, sulla sua complessità e sulla sua fragilità”; riportando le parole del prof. Maira, che ha paragonato il cervello umano ad un cielo stellato, in cui tutti gli astri sono tanto connessi tra loro quanto numerosi sono i collegamenti tra i neuroni del nostro cervello, i ragazzi hanno acquisito maggiore consapevolezza sui danni che la droga, “killer felicità”, e l’alcol possono provocare al cervello: soprattutto in età adolescenziale, esso “è ancora in fase di sviluppo, e quindi particolarmente esposto ai danni”. A sottolineare tale pericolo, sono state mostrate delle immagini del cervello “prima e dopo l’assunzione di sostanze” che molti ragazzi hanno definito “crude”, ma che tuttavia ritengono possano rappresentare uno strumento molto efficace per sensibilizzare gli ascoltatori, e che addirittura proporrebbero ai propri coetanei.
Venire a conoscenza di storie reali di ragazzi che “per colpa di una sola pasticca, ora non ci sono più”, ha portato molti a chiedersi “perché rischiare di buttare via la propria salute per un’ora di sballo? Non è forse meglio vivere la nostra vita per come è, con tutti i divertimenti e le emozioni che essa può dare?”. Ed ancora: “come potrebbero soffrire gli amici o i famigliari se a chi fa uso di sostanze stupefacenti succedesse qualcosa?”. Gli alunni della 4sA hanno cercato di comprenderne le motivazioni: “non mi sento in grado di giudicare queste persone perché non conosco né la loro situazione economica né quella familiare, ma mi chiedo se sanno di stare perdendo anni di vita in compagnia dei propri cari in cambio di pochi minuti”; “le persone si drogano, si immettono in un mondo illusorio, che fa credere loro che quella sia la vita reale, ma non è così! Se fai uso di droghe, ogni istante potrebbe essere l’ultimo!”; “le droghe creano una finta felicità, una sensazione di piacere momentanea che in realtà ti sta distruggendo.”
A partire da questa consapevolezza, alcuni studenti si sono interrogati sulle ragioni più profonde che spingono gli adolescenti a fare uso di sostanze stupefacenti: “chi assume queste sostanze crede che in esse potrà trovare la sicurezza e la realizzazione dei desideri che spesso ha cercato, ma che, a quanto pare, non ha mai trovato”. Inoltre si sono interrogati sul “valore culturale che le droghe hanno nella società di oggi, nella quale si è instaurata una cultura dello sballo tra i giovani, una volontà di cercare qualcosa per andareoltre e divertirsi sentendosi più sciolti e disinibiti nei rapporti; bisogna quindi eliminare la droga prima di tutto da un punto di vista culturale. Ma come si può fare questo?”.
Per molti, fortunatamente, la risposta a questa domanda è chiara: “tutto ciò che siamo è una bellezza unica e non bisogna lasciarsi convincere da chi ti dice che si può stare ancora meglio con sostanze che in realtà ti fanno perdere tutta la maestosità della vita”. “Lo sballo migliore è quello che si ottiene passando bei momenti in compagnia delle persone a cui vogliamo bene, e non quello che ci danno le droghe”. “Il piacere di gustare qualcosa di buono, di praticare sport, di avere soddisfazioni nello studio, di amare una persona”; tutto questo fa dire ai nostri ragazzi che “drogarsi non serve a nulla, è come se cercassimo di scappare dalla realtà, senza mai riuscirci, buttando via la nostra vita”, “non è una cosa che fa più fighi e non serve per entrare nella società odierna”.
La conferenza si è conclusa con la testimonianza di un giovane, che dopo aver abusato di sostanze stupefacenti, è riuscito a venirne fuori grazie all’aiuto della Comunità San Patrignano (Rimini), in cui ora lavora come volontario. Quest’ultimo toccante intervento è stato ritenuto “la prova che, dopo aver capito l’errore commesso, con forza e determinazione è possibile tornare sui propri passi e uscire da quel mondo”.
Alcuni commentano infine: “è incredibile come si possa riprendere in mano la propria vita, semplicemente riprendendo le abitudini di sempre in una comunità fatta di persone nella tua stessa situazione, quindi senza giudizi o discriminazioni; quanto sarebbe più bello se tutti noi imparassimo ad apprezzare gli altri in quanto persone, e non in base agli errori che possono aver fatto!”
L’incontro del 10 maggio, per quanto possa aver colpito i partecipanti, non ha di certo esaurito l’argomento, ed ha sollevato in molti il desiderio di approfondire ulteriormente i temi trattati, e alcuni solo accennati: “i due professori ci hanno mostrato che secondo uno studio l’alcol è la sostanza stupefacente che causa più danni a sé ed agli altri: hanno commentato questo studio dicendo che anche se una cosa è legale non è detto che faccia bene, e quindi dobbiamo sempre essere consapevoli di quello che facciamo”; “si è parlato poco di alcol e droghe leggere: molti danno per scontato che il passaggio da droghe leggere a droghe pesanti sia immediato, ma non è così. Molti non fanno differenza tra chi consuma droghe leggere o droghe pesanti, snobbando chi fa uso di droghe per poi uscire a comprare un pacchetto di sigarette perché è legale, come se legale significasse sempre giusto!”.
Classe 4sA – I.I.S. Geymonat